Mike Bloomfield racconta JIMI HENDRIX

 

Mike Bloomfield racconta di Jimi Hendrix

“Ai tempi mi esibivo con Paul Butterfield, ed ero il miglior chitarrista della piazza – o almeno così credevo.

Non avevo ancora sentito parlare di Hendrix finchè qualcuno mi disse, “Devi vedere il chitarrista di John Hammond.”

Io suonavo al Cafe Au Go Go e lui al Nite Owl o al Cafe Wha? Così vicino che mi bastò attraversare la strada e lo vidi.

La prima volta che incontrai Jimi Hendrix , si faceva ancora chiamare Jimmy James e suonava con i Blue Flames.

Hendrix sapeva già chi ero e quel giorno, era davanti a me con la sua chitarra.

Wow! non potevo crederci, il suo modo di suonare mi ha sconvolto.

Le bombe H erano in viaggio, I missili teleguidati stavano volando – non riesco a spiegare i suoni che tirò fuori dal suo strumento.

Jimi riprodusse ogni tipo di suono possibile in quella stanza, di fronte ai miei occhi, con solo una Stratocaster, un Twin (amplificatore) e un Maestro fuzz, quello era tutto ciò che Jimi usò, nient’altro – Mi piacerebbe sapere come facesse. Probabilmente otteneva quegli effetti principalmente attraverso il volume estremo e il feedback, solo lui poteva controllarlo così.

Jimi Hendrix

Quel giorno, mi impressionò l’armonia di suoni che la chitarra di Jimi stava creando e non mi soffermai molto sui suoi licks.

Solo dopo essere andato a sentirlo ancora due o tre volte apprezzai anche il suo liricismo, il puro modo melodico di suonare che riusciva ad amalgamare in modo perfetto con i suoni che uscivano dal suo strumento.

Suonò cose tipo “Like A Rolling Stone,” ma in maniera estremamente inusuale.

Le canzoni per lo più le borbottava.non era un vero cantante, , ma la sua voce era perfetta per quello che suonava.

Ero veramente impressionato, non avevo mai sentito niente di simile..

Dopo il concerto non ho nemmeno voluto tirare fuori la chitarra per una jam, ho fatto finta di niente.

Rimasi così scioccato da Jimi che per un anno quasi non volli più prendere la chitarra in mano.

Non avevo idea di quali fossero le sue radici musicali perchè nel repertorio non aveva nessuna canzone propria .

Jimi mi raccontò di aver suonato in giro per il chit-lin’ circuit, mi disse anche che non aveva ancora sentito un chitarrista fare qualcosa di nuovo ed era annoiato a morte.

Era molto timido e spesso parlava attraverso giri di parole o indovinelli ma era molto lucido quando si trattava di parlare dei suoi intendimenti.. Mi spiegò che aveva pensato che poteva fare di più che non suonare come chitarrista di spalla nel chitlin’circuit. Sebbene fosse consapevole di essere un cantante scarso, sapeva di aver molto da dire sulla chitarra elettrica. Jimi disse che non aveva mai sentito nessuno suonare nel suo stile.

Non puoi immaginare cosa Hendrix faceva con il suo corpo. Usava tutte le movenze e i trucchi che usavano i chitarristi di colore sin dai tempi di T-Bone Walker e Guitar Slim che suonavano la chitarra dietro la testa o con i denti ma Jimi portò questo genere di esibizionismo ad un nuovo livello. Sbattendo la chitarra sulle anche in maniera audacemente allusiva produceva un rombante e distorto suono di feedback. Le movenze del suo corpo erano così integrate nel suo modo di suonare che non potevi dire dove iniziasse l’uno e finisse l’altro..

In qualche modo, battendo con le dita sul retro del manico della chitarra (cosa che faceva spesso) e usando la leva del tremolo, Jimi poteva controllare il feed back.

All’inizio sentivi un brontolio, l’inizio di un rombo, ma lui sapeva che nota gli avrebbe dato il feed back e quale armonica ne fosse scaturita dopo di che l’avrebbe controllata.

Suonava tutte le corde vuote e alzava il tono usando la leva ed otteneva una nota più alta, altre volte invece prendeva l’armonica con la nota più bassa che innescava il feed back.

Credo che in principio Jimi, dato che ascoltava ogni disco d’avanguardia e anche quelli inglesi, avesse appreso di questa tecnica del feedback dagli Yardbirds e Jeff Beck.

Ad ogni modo era molto modesto e non si vantò mai di aver ulteriormente sviluppato e rivoluzionato l’uso di questa tecnica , una volta disse semplicemente “Ci ho bighellonato su un po’ e questi sono I frutti del mio bighellonare.”

Jimi già si era cimentato con il feedback, ma quando sentì gli Yardbirds, fece suo l’immenso potenziale di questo effetto.

Hendrix poteva sostenere una nota ed aggiungerci del vibrato tanto da renderla proprio simile alla voce umana. Egli usava un immenso vocabolario di suoni così controllati, non cercava sperando di ottenere quei suoni ma li produceva e controllava a piacimento. Non ho mai sentito un controllo così frenetico e preciso specialmente nella musica elettrica.

Non c’era nessun chitarrista elettrico che Jimi non conoscesse. Potevo tranquillamente chiedergli circa dei dischi che sapevo avevano delle parti di chitarra carine, dove il chitarrista era avanti con i tempi oppure suonava in maniera funky su un disco che non era particolarmente funky

.Per esempio, Jimi sapeva tutto del primissimo disco dei Righteous Brothers su cui c’era un chitarrista che suonava la chitarra in un modo molto avanzato per quel periodo.

Gli chiesi di un’altro disco di Robert Parker, dove faceva “Barefootin””però la chiamava , “You Better Watch Yourself,” in quel brano c’era un ottimo chitarrista che suonava con uno stile più simile a Hendrix che non a quello di un qualsiasi session player. Jimi disse che non era lui, ma conosceva il tizio che suonava la chitarra ed era un certo Big Tom Collins.Conosceva ogni chitarrista hot che avesse inciso un disco.

Entrambi ci esibimmo nell’area del Greenwich Village per mesi ma non ho mai sentito canzoni scritte da lui e raramente cantava, al massimo borbottava le canzoni. Proprio nel periodo che Jimi stava suonando con John Hammond, Chas Chandler arrivò per portarlo in Inghilterra e disse, “Tu canterai come canti, .non ti devi preoccupare, man; hai già abbastanza talento.”

Quando uscì Are You Experienced, fu fantastico. Ma rimasi molto più impressionato dal secondo LP di Jimi, Axis: Bold As Love.

Favoloso!Da paura, totalmente funky. Avevo sentito gli Who, i Cream e molta altra musica elettrica potente e rumorosa, ma non avevo mai sentito un trio che funzionasse veramente e fosse così amalgamato. Hendrix ridefinì come un trio dovesse suonare. Egli introdusse un tale concetto orchestrale che già con Are You Experienced sconvolse e negò ogni cosa avessi sentito prima circa il ruolo della chitarra nel campo del power trio inglese.

Quando tornò negli Stati Uniti,fece parecchie jam sessions. Aveva l’abitudine, intorno al 1968 o ’69, di portarsi dietro due ottimi registratori, e ogni volta che suonava li accendeva così che da questi due registratori a quattro piste otteneva otto tracce di registrate.

Jimi era un cronista maniacale delle sue e altrui jams. Personalmente l’avrò visto registrare più di una decina di jam.

Il Cafe Au Go Go di New York ha delle ottime attrezzature di registrazione e credo che abbiano registrato ogni volta che Jimi ha suonato là e lui fece innumerevoli jam in quel locale.

Solo Dio sa chi possiede ora questi nastri.

Principalmente Jimi suonava delle Stratocaster solo occasionalmente una Flying V o altre chitarre.

Non aveva chitarre particolari o come si dice ora customizzate, aveva solo fatto modificare la barra del tremolo delle sue chitarre così che potesse tirare per più di un tono e abbassare di almeno tre toni.. Non aveva una chitarra preferita erano tutte sacrificabili.

Tutte le chitarre di Jimi che ho provato erano difficili da suonare con corde e meccaniche dure. Sono veramente meravigliato di come le suonasse con così grande scioltezza.

L’approccio musicale di Jimi’, così come mi spiegò, era quello di comporre l’intera canzone e decidere come dovrebbe essere – fiati, chitarra, dargli carica. Egli poi avrebbe dato il tempo della batteria con un pedale wah-wah , le parti di basso le suonava sulle corde basse della sua chitarra, la struttura della canzone la accompagnava solo con il wah-wah dopo di che la arricchiva suonando accordi sincopati

.Era molto interessato alla forma, dopo pochi secondi che suonava ti si svelava l’intera struttura della canzone.

Questo era perché amava suonare la chitarra ritmica; con la chitarra ritmica puoi sviluppare la struttura dell’intera canzone. Diceva sempre”questo è un mondo di chitarristi solisti, ma la cosa essenziale da imparare è il tempo, il ritmo”.

Jimi suonava una struttura di basso e poi la riempiva di accordi. Allo stesso tempo usando gli accordi in maniera non ortodossa suonava la melodia su delle note alte. Aveva un pollice enorme che usava come un dito addizionale, così che ogni posizione della sua mano per ogni singolo accordo non fosse convenzionale.

Melodicamente, JImi usava in genere due scale: la scala minore blues e la sua relative maggiore. Se stava suonando in La minore sarebbe passato in Do maggiore per fare la scala di settima maggiore.

“All Along The Watchtower” è un veicolo perfetto per le improvvisazioni in scala minore o in scala blues, mentre”Bold As Love,” “Little Wing,” e”The Wind Cries Mary’sono perfette per le esplorazioni in chiave maggiore.

Una volta suonammo allo Shrine di Los Angeles. Mentre stavamo cazzeggiando nel backstage con le nostre chitarre, Hendrix stava usando la levetta del selettore dei pick up e nello stesso tempo con un braccio il vibrato mentre con le dita dell’altra mano colpiva il retro del manico della chitarra, ne uscì un suono simile allo scirocco, un vento caldo che viene su dal deserto.Non ho mai sentito un suono su un disco di Hendrix che lui non abbia creato con la sua chitarra davanti ai miei occhi.

Non so come facesse a tenere la chitarra accordata. Se masturbi troppo la leva del tremolo la tua chitarra si scorda. Ma la sua pare di no.

Mi ricordo che una volta andai nella sua stanza d’hotel e aveva un piccolo amplificatore Kay con la chitarra già pronta. Immediatamente si mise a sperimentare nuovi suoni. Non smetteva mai di suonare! La sua chitarra era la prima cosa che cercava appena sveglio.

Un’altra volta eravamo in giro per New York, e dissi, “Andiamo a cercare delle ragazze”e lui rispose,”Possono aspettare; c’è sempre tempo per quello. Suoniamo invece-Let’s play, man.” Era il più compulsivo musicista che avessi mai incontrato e forse anche per questo era così bravo.

Mi sento di dire che Hendrix fu uno dei musicisti più innovativi che siano mai vissuti. Reinventò la musica elettrica.Trasformò I suoni prodotti da aggeggi come il wah-wahs in musica.

Non li usava come degli stratagemmi o trucchetti per stupire, lui andava al di là, creava della musica.

Non frequentai Jimi per un po’ di tempo e quando lo rividi era come se avessi il sentore della sua imminente morte.

Aveva il look alla moda di quei tempi , quello della rock star maledetta, colorito giallastro e i segni di abusi, mancanza di sonno e cibo. Non potei parlargli tanto fu orribile e scioccante per me, non potevo confrontarmi con lui poiché era ridotto a un rottame.

L’essere stato per troppo tempo un prodotto, una macchina per fare soldi lo stava uccidendo. Avrebbe dovuto fermarsi, forse non voleva o forse non sapeva come fare.

Dopo tutto questa scelta è nelle mani dell’artista e ovviamente Jimi non si fermò”

MIKE BLOOMSFIELD’S TRIBUTE TO JIMI HENDRIX(Roberto Crema)

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